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Note

L'impianto artificiale di fitodepurazione di Melendugno (Lecce)

L’impianto artificiale di fitodepurazione di Melendugno (Le), tra i più importanti d’Europa, ha ricreato un ecosistema umido caratterizzato dalla presenza di specie vegetali (Fragmiti, Tife, Lenticchia d’acqua, etc,) che, combinate ai microrganismi ad esse associati, offrono un alto potere depurativo che elimina gli organismi patogeni, BOD, COD, solidi sospesi, metalli pesanti ed altri micro inquinanti provenienti dai tradizionali sistemi di depurazione dei reflui domestici. Tutti sappiamo quanto danno stiamo arrecando con gli sversamenti nel nostro mare di reflui che spesso arrivano tal quali, con un danno incalcolabile agli ecosistemi marini e all' immagine dei nostri territori che si ripercuote poi sul turismo. Questa tipologia di impianti, con soluzioni di ingegneria ambientale, può essere allargata al trattamento di reflui provenienti dalle industrie di trasformazione alimentare, cantine, industrie chimiche e petrolchimiche, reflui agricoli e zootecnici, e per il trattamento del percolato di discarica. Tale tipologia di impianti funzionano naturalmente senza utilizzo di energia elettrica. Le zone umide così ricreate sono ambienti con elevata diversità ecologia, oggi fondamentale per contrastare la semplificazione della biodiversità dovuta ad un indiscriminato utilizzo di prodotti chimici, pesticidi, cementificazione e inquinamento delle grandi industrie. Non solo. La fitodepurazione a Melendugno ha creato un habitat che favorisce lo stazionamento dell’avifauna, con specie che ormai non si vedevano da anni nel Salento e ha favorito anche la nidificazione e, quindi, la riproduzione di fauna selvatica. Questi impianti possono, quindi, essere utilizzati per scopi didattici e attrarre turisti alla riscoperta della biodiversità delle aree umide di cui una volta il Salento era ricco. Inoltre dalla coltivazione e sfalcio di alcune specie vegetali impiegate come il falasco ( Cladium mariscus) si può ricavare dalle foglie e dal fusto materiale per impagliare seggiole, intrecciare sporte e stuoie e per la costruzione di tetti e altri manufatti in bioarchitettura. E’ auspicabile che esperimenti come quello di Melendugno siano estesi ad altre zone nel Salento, a costruire una rete ecologica di aree umide che cambierebbero gli assetti microclimatici del nostro territorio e ci affrancherebbero dal problema di inquinamento dei suoli e del mare. Inoltre il riutilizzo delle acque per scopi irrigui ci solleverebbe dall’annoso problema dello sfruttamento delle acque di falda a seguito dell’emungimento da pozzi disseminati in tutto il Salento. Ciò sta causando l’ingressione delle acque marine in falda e la salinizzazione delle stesse, processo irreversibile che ci espone al rischio desertificazione a causa della flocculazione delle argille sottoposte ai sali. Pensiamo a quanti posti di lavoro si genererebbero dalla gestione e cura degli impianti, alla didattica attraverso le visite di scolaresche e appassionati, al riutilizzo delle acque per scopi irrigui, al turismo e a tutta una miriade di attività che possono essere svolte all’interno di queste oasi umide.

Lunedì, 13 Ottobre 2014, ore 21:05
Gli ulivi secolari della Sarparea (S.Isidoro/Nardo'/Lecce)

Brevi cenni sull'antica foresta oritana della Sarparea (S.Isidoro - Nardò - Lecce) a cura di Bruno Vaglio e Cristian Casilli (agronomi neretini) durante la passeggiata fotografica organizzata dal gruppo di EducAzione Civica.

Mercoledì, 4 Dicembre 2013, ore 20:51
Report giardino botanico di barcellona

Presentazione fotografica dei principali fitoepisodi del giardino botanico di Barcellona. 

Lunedì, 28 Ottobre 2013, ore 8:11
Jardí Botànic de Barcelona

Il giardino botanico di Barcellona, inaugurato nel 2003,  è stato progettato da un team multidisciplinare comprendente gli architetti, Carles Ferrater e Josep Lluis Canosa, dall'architetto paesaggista Bet Figueras, dall'orticultore Artur Bossy e dal biologo Joan Pedrola. Le piante messe a dimora seguono diversi fitoepisodi, cioè formano delle comunità in base al paese di origine, simulandone le stesse condizioni idriche ed edafiche. All'interno del giardino troviamo i seguenti biomi mediterranei: Australia, Sud Africa, Cile, California, Mediterraneo orientale, Mediterraneo occidentale, Nord Africa ed Isole Canarie.  Visitando il giardino botanico ci si rende immediatamente conto della bravura dei progettisti nello sfruttare i salti di quota della montagna che hanno permesso di creare condizioni microclimatiche differenti  per ospitare molte piante e, nel contempo, di coniugare effetti artistici di particolare bellezza con l'utilizzo del corten sui terrazzamenti e la geometria molto netta dei viali in cemento.  Il 23, 24 e 25 Ottobre 2013 abbiamo vissuto intensi momenti di studio  all'interno di questo splendido orto che ha arricchito le nostre conoscenze botaniche ed ecologiche del giardino mediterraneo.

Domenica, 27 Ottobre 2013, ore 21:29
Gilles Clèment in Salento

In occasione del workshop "Incontri del terzo luogo", nel settembre 2012, il paesaggista francese Gilles Clemènt, autore di "Manifesto del terzo paesaggio" e di "Giardino in movimento", si sofferma a fotografare con noi le bellezze botaniche e architettoniche delle cave di Borgo San Nicola, a Lecce. Il paesaggio è sorprendente. Qui è disegnata la storia di un'intera comunità che con duro lavoro ha scalfito negli anni la roccia per estrarre materiale per l'edificazione di nuove costruzioni. Quello che rimane oggi è un luogo ricco di suggestioni.

 

Domenica, 10 Marzo 2013, ore 18:59